La luce filtra
pacifica, dai mille occhi della tapparella
abbassata, in fasce dorate che illuminano la
stanza come nel riverbero caldo delle
candele. Oro dovunque sulla pelle e sulle
cose, mentre canta il Salento nel suo
splendore, e gił in strada le voci si
confondono nella lontananza.
Dentro, una
melodia dal sapore antico rimbalza sulle
corde di una chitarra, e sugli scaffali il
razionale e la fantasia si sorreggono in
equilibrio in pile di libri impolverati e
sottolineati.
Fuori, la cittą
da silenziosa si fa convulsa sorvolandola
verso il suo centro, e corre a passi svelti
il cantautore macinando le strade di
Lagrange, Plana, Odifreddi e Giordano Bruno
che sospira dalla copertina di un libro
mentre si fa sera.
Le nuvole acri
di fumo non imprigionano le parole, quelle,
volano alte e vanno lontane.
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